Fabio Madiai Interior Designer : “IL MOSAICO A SPECCHI” elemento che identifica la MEMORIA STORICA DELLA DISCOTECA.
Disegnare una discoteca per me significa prima di tutto riproporre gli elementi che hanno creato la storia del settore principalmente per una forma di rispetto.
Quando ho pensato al LIDO’ di Montecatini, per prima cosa ho tenuto conto che il locale risale agli anni ’50, ragione per cui riproporre precisi elementi di MEMORIA STORICA era irrinunciabile. Quando si pensa ad un locale non è necessario riproporre elementi che riguardino la storia proprio di quel locale, si corre il rischio di riproporre cose antiche vecchie, che ci condizionano su percorsi estetici in compromessi spesso non felici.
Io ripropongo sempre elementi forti che ricordano la storia DEL PERIODO in cui il locale ha sviluppato i cosiddetti ANNI D’ORO. Il pubblico non sente il locale ma sente GLI ANNI, perchè tende a memorizzare il MONDO DELLA NOTTE come un’ insieme unico. Non importa pensarci tanto per definire il MOSAICO A SPECCHI l’elemento che fa DISCOTECA, negli anni piu’ belli dalla FAMOSISSIMA PALLA DELLO STUDIO 54 ad oggi. Per LIDO’ sentivo che questa tecnica doveva comparire particolarmente invasiva come sicura CHIAVE DI SUCCESSO. In questo caso ne usciva anche la forte particolarità fra l’accostamento delle AVANGUARDISTE pareti decadenti in CEMENTO RESINA (che avevo deciso come elemento innovativo) accostate alla MEMORIA STORICA degli specchietti, il tutto pienamente valorizzato da una cascata di LED fluorescenti applicati come architetturali a sfioro sulle pareti, appunto.
Non volevo assolutamente cadere negli specchietti rotti casualmente ed accoppiati frastagliati tipici di un riccionesismo ormai morto, ma neanche nelle piastrelle a rete predisposte, che mi avrebbero fatto scontati falsi geometrismi. Dovevo trovare una tecnica che ricordasse gli specchietti applicati a mano uno per uno degli anni ’60, ma che non mi costasse un patrimonio. Quindi parlai con un semplice piastrellista, al quale esposi il problema, egli mi rispose che andavano incollati sulla base come semplici piastrellette, io aggiunsi che non volevo vedere giunzioni, ma gli specchietti dovevano toccarsi. Il risultato lo si raggiunse con il vetraio, con il quale decidemmo di farci produrre una serie illimitata di rettangoli molto allungati, di diverse misure casuali ma sempre con il 45°; in moda da interpretare la CASUALITA’ come ARTIGIANALITA’ MANUALE, ed anche la VELOCITA’ NEL MONTAGGIO per motivi chiaramente economici.
Il risultato lo vedete in foto e devo dire che è sorprendente, specialmente in un locale come LIDO’ immerso fra oltre 1.000 punti luce combinati fra spettacolo e architetturali, immaginatevi i momenti di reflex nel buio!!!!!!!!!!!!!!